Questa ampia sala ospitava le quattordici cellette dei frati, allineate, sette per lato, lungo il corridoio centrale illuminato dalla grande monofora trilobata, modificata e ampliata nel 1363 a seguito della costruzione del campanile.
La cella che la tradizione voleva occupata da San Bonaventura da Bagnoregio (1221-1274) fu trasformata in cappella ma andò perduta a metà del secolo scorso a seguito delle modifiche apportate durante le riparazioni seguite ai bombardamenti del 1944.
Adibito a opificio nel dopoguerra l’ambiente è stato musealizzato nei primi anni 2000 e intitolato alla memoria di Vero Baldeschi, uno dei più attivi promotori e valorizzatori del patrimonio culturale cittadino.